Agricoltura, la protesta di Coldiretti scuote Bruxelles

Scritto il 18/12/2025
da Roberta Damiata

La Commissione Ue è accusata di mettere a rischio agricoltura, sicurezza alimentare e sovranità del cibo. All’Europa si chiede di essere più vicina a cittadini e territori

Un’Europa più vicina ai cittadini e meno condizionata dai tecnocrati, è questo il messaggio che Coldiretti ha portato nel cuore delle istituzioni comunitarie. Migliaia di agricoltori provenienti da tutta Italia si sono radunati pacificamente a Bruxelles per contestare le scelte della Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen, accusata di mettere a rischio il futuro dell’agricoltura e della sicurezza alimentare del continente.

“Non è questa l’Europa che vogliamo”

Lo slogan risuonato in piazza sintetizza il malcontento del mondo agricolo europeo. Secondo Coldiretti i tagli annunciati alla Politica agricola comune rappresentano un colpo durissimo a un settore strategico, proprio mentre le principali potenze mondiali rafforzano gli investimenti nella produzione di cibo. La riduzione dei fondi destinati all’agricoltura, denunciata come una scelta ideologica e miope, viene letta come un attacco diretto alla sovranità alimentare europea.

Il nodo dei fondi Pac: 90 miliardi in meno in Europa

Al centro della contestazione c’è il ridimensionamento della Pac (la Politica Agricola Comune dell'Unione Europea), una riduzione del 25% delle risorse che, secondo le stime, si tradurrebbe in un taglio complessivo di circa 90 miliardi di euro a livello europeo. Per l’Italia l’impatto sarebbe pari a 9 miliardi in meno. Una decisione che, secondo Coldiretti, colpirebbe in modo particolare i giovani agricoltori, già alle prese con margini ridotti e difficoltà strutturali.

Rischio importazioni e concorrenza sleale

Un altro punto critico riguarda l’aumento delle importazioni da Paesi extra-Ue, in particolare quelli dell’area Mercosur. Coldiretti denuncia il rischio di un’invasione di prodotti agricoli realizzati con standard ambientali, sanitari e sociali più bassi rispetto a quelli europei. L’associazione ribadisce di non essere contraria agli accordi commerciali, ma chiede regole chiare, reciprocità reale e tutele effettive per le produzioni europee.

I cartelli della protesta

Durante la manifestazione, i partecipanti hanno esibito centinaia di cartelli dal contenuto esplicito: messaggi contro la Commissione europea e contro quella che viene definita una gestione lontana dalle esigenze reali dei territori. Slogan come “Affamate chi vi sfama” o “Contro i contadini non si governa” hanno sintetizzato il disagio di un settore che si sente marginalizzato.

Prandini: "L’Europa taglia, gli altri investono"

Il presidente di Coldiretti Ettore Prandini ha sottolineato come le recenti crisi geopolitiche abbiano dimostrato la centralità del cibo. Mentre Stati Uniti e Cina destinano risorse ingenti all’agricoltura, l’Unione europea, secondo Prandini, sceglie la strada opposta, indebolendo le proprie filiere produttive. Una strategia che rischia di compromettere competitività, innovazione e capacità di esportazione dell’agroalimentare europeo.

Gesmundo: "Serve un’Europa diversa"

Sulla stessa linea il segretario generale Vincenzo Gesmundo, che ha ribadito la vocazione europeista di Coldiretti, ma anche la necessità di un cambio di rotta. L’accusa è quella di una Commissione che avrebbe marginalizzato il Parlamento europeo e ignorato i corpi intermedi, riducendo gli spazi di confronto democratico. "Non si possono sottrarre risorse all’agricoltura - ha affermato - per destinarle ad altre priorità".

Il manifesto di Coldiretti

In occasione della mobilitazione, Coldiretti ha presentato un manifesto programmatico che parte dal rifiuto del Fondo Unico Agricolo, chiedendo risorse certe e dedicate alla Pac. Tra le proposte anche l’etichettatura obbligatoria dell’origine dei prodotti, il rafforzamento del reddito agricolo, la semplificazione burocratica e maggiori investimenti nelle aree interne e montane.

Agricoltori custodi del territorio

Secondo Coldiretti sostenere l’agricoltura significa anche tutelare l’ambiente, il paesaggio e la salute dei cittadini. Da qui la richiesta di politiche che valorizzino le filiere locali, contrastino l’eccesso di cibo ultra-processato e promuovano modelli alimentari sani, attraverso mercati contadini, scuole e mense pubbliche.

Una partita ancora aperta

La protesta di Bruxelles segna un passaggio cruciale nel rapporto tra agricoltori e istituzioni europee. Per Coldiretti, il futuro dell’Europa passa anche dalla capacità di garantire cibo sicuro, lavoro e dignità a chi coltiva la terra. Una sfida che, avvertono gli agricoltori, non può più essere rimandata.