Un sospiro di sollievo e un grido di soddisfazione. La politica plaude allo sgombero del centro sociale torinese al centro delle polemiche per le presunte connivenze con le manifestazioni di violenza che hanno infuocato il capoluogo piemontese negli ultimi mesi. Esulta il centrodestra. Che viene sintetizzato del post pubblicato da Matteo Salvini sui social: "Fuori!".
Più articolata la reazione del ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo che conosce molto bene la realtà torinese. "Quanto emerso durante le perquisizioni al centro sociale Askatasuna - commenta - conferma ciò che denunciamo da tempo: quel già assurdo patto di collaborazione siglato con il Comune è stato violato. Il sindaco di Torino prenda atto concretamente della violazione e agisca di conseguenza: governare una città significa far rispettare le regole, non voltarsi dall'altra parte". E il riferimento è all'amaro sfogo del primo cittadino Stefano Lo Russo che aveva parlato di un "patto rotto" con la città a proposito del comportamento degli attivisti di Askatasuna. Plaude allo sgombero anche il vicepremier Antonio Tajani: "Un centro sociale, guidato dagli anarchici, che promuove odio e violenza non può restare aperto". Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, definisce l'azione di ieri un "segnale chiaro". E il senso di questo "segnale" è anche nel commento del capogruppo di Fratelli d'Italia Galeazzo Bignami: "Con noi lo Stato torna a fare lo Stato". Il deputato leghista Luca Toccalini punta l'indice accusatore verso il sindaco Lo Russo. "È imbarazzante leggere le dichiarazioni del sindaco, quasi dispiaciuto di dover dire basta a un'illegalità che ha sempre protetto e coccolato per prendere qualche voto in più". Fa un tutt'altro che sottile distinguo l'ex prima cittadina Chiara Appendino dei Cinque Stelle che da un lato plaude all'iniziativa dello sgombero sottolineando il ritorno alla legalità, dall'altro attacca il governo sottolineando il doppiopesismo praticato dal Viminale che sgombera Askatasuna ma non Casapound. Soccorso rosso anche da Ilaria Salis, l'eurodeputata difende apertamente sui social il centro sociale che "vive nella Torino che lotta dal basso per la giustizia sociale. Se l'europarlamentare Stefano Bonaccini sottolinea che "è da fascisti sfasciare la redazione di un giornale", un comunicato del Nazareno denuncia il doppio registro. "Mentre le occupazioni dei centri sociali vengono sgomberate rapidamente - recita la nota -, Casa Pound mantiene da oltre vent'anni una sede illegale in un palazzo pubblico al centro di Roma". Denuncia fatta propria dal leader Avs Angelo Bonelli. Il suo collega Nicola Fratoianni va anche oltre e sentenzia lapidario: "La polizia ha sbagliato", riferendosi al fatto che servirebbe un procedimento penale per stabilire lo sgombero di un edificio. "Una decisione sacrosanta - replica Mariastella Gelmini, senatrice di Noi moderati -dal ministro Piantedosi per garantire quanto prima un ritorno alla legalità. Dopo il blitz a La Stampa, gli scontri e i lanci di petardi in corso, la sinistra ha pure il coraggio di attaccare la Polizia. Assurdo!".