Chiomonte, Venaus. Bussoleno. Cartoline strappate, località diventate famose in tv e alla radio perché in quei luoghi si sono accese decine di manifestazioni, si sono svolti scontri durissimi, ci sono stati assalti ai cantieri.
In Val di Susa Askatasuna aveva trovato la propria ragione sociale: la lotta alla Tav, andata avanti per moltissimi anni. Di più, la valle era diventata un grande centro sociale, sempre in ebollizione, sempre sulle barricate contro le decisioni prese a Roma.
Non si sa quante volte l'autostrada che corre verso Bardonecchia e il Frejus sia stata occupata. E tutte le volte si dava per scontata la regia degli antagonisti di Askatasuna che fino a ieri avevano il loro quartier generale nei locali di Corso Regina Margherita a Torino, ma avevano trovato un palcoscenico strepitoso fra le severe vette alpine.
Una vicenda incredibile, ben oltre i confini della legalità. E quei paesi sono diventati una palestra di guerriglia, calamitando anarchici greci, francesi, spagnoli, di mezzo mondo. Un conflitto a bassa intensità che ogni tanto si infiammava. E apparecchiava un campo di battaglia, con blocchi, aggressioni, l'inevitabile prezzo per le forze dell'ordine.
Non solo. C'era anche la sponda politica e quella di autorevoli figure della magistratura. Si può dire che Beppe Grillo e le sue truppe della prima ora abbiano giocato soprattutto qua la loro partita anti sistema.
Il fondatore dei 5 Stelle parla della Tav nel libro Tutte le battaglie di Grillo. Siamo nel 2006 e da allora è un susseguirsi di happening. Grillo viene immortalato col megafono in mano, mentre dà ordini e direttive ai suoi infervorati discepoli, fra boschi, sentieri e un massiccio cordone di agenti.
Il 15 febbraio 2013 a Susa c'è un incontro storico fra Grillo e il leader dei No Tav Alberto Perino, davanti a migliaia di bandiere che sventolano. "Giù le bandiere - afferma il capo dei 5 Stelle - siamo tutti no Tav".
Askatasuna è la milizia che controlla il territorio, lo devasta, trasforma la rivoluzione in una routine quasi noiosa che non ha eguali da nessuna parte. Prove di guerra civile e disobbedienza civile nel laboratorio della Valle. Solo il 3 luglio 2011 si registrano cento feriti fra le forze dell'ordine. E i rivoltosi sfoderano un arsenale impressionante: bombe carta, pietre, bulloni, petardi. Una mobilitazione evergreen anche se negli ultimi tempi Askatasuna aveva sposato, come tutta la sinistra più radicale, gli obiettivi dei pro Pal e le tematiche care alle piazze anti israeliane e pro Hamas.