In Italia il bullismo non è più un fenomeno marginale né confinato alle prese in giro tra ragazzi. Il caso di Palermo, dove un bambino di 11 anni avrebbe subito abusi sessuali davanti alla scuola da parte di un gruppo di coetanei, riporta l’attenzione su una problematica spesso sottovalutata: la violenza tra minorenni può assumere anche una dimensione sessuale. Un ambito poco raccontato ma tutt’altro che episodico.
I numeri del bullismo in Italia
I dati dell'Istat restituiscono un quadro preoccupante sul bullismo in Italia. Secondo l’istituto di statistica, circa un ragazzo su cinque tra gli 11 e i 19 anni è vittima di bullismo con una certa frequenza, e oltre il 68% dichiara di aver subito almeno una forma di comportamento offensivo, aggressivo o violento nel corso degli ultimi anni. Numeri che descrivono un fenomeno strutturale, diffuso e tutt’altro che occasionale.
Quando il bullismo supera il confine della sessualità
Dentro questa cornice si colloca una dimensione più difficile da intercettare: le molestie e gli abusi sessuali tra coetanei. Secondo i dati pubblictai da Euronews, quasi un adolescente italiano su due "è stato toccato da un coetaneo contro la sua volontà o ha ricevuto avances sessuali indesiderate". Si tratta, dunque, di comportamenti che includono contatti fisici non consensuali, pressioni verbali e atteggiamenti invasivi, raramente denunciati e spesso normalizzati dal contesto.
Sextortion e ricatti online tra minorenni
A rendere il quadro ancora più complesso è la dimensione digitale. La sextortion, cioè la forma di ricatto sessuale online, colpisce sempre più spesso bambini e adolescenti: gli estorsori, fingendosi coetanei o contatti affidabili, ottengono immagini intime e poi minacciano di diffonderle per ottenere denaro o altri contenuti. Save the Children segnala un aumento dei casi nel nostro Paese, con vittime prevalentemente tra i 14 e i 17 anni ma anche nella fascia 10-13. L’organizzazione invita a non cedere ai ricatti, a interrompere subito i contatti, conservare le prove e denunciare l’accaduto, sottolineando inoltre l’importanza della prevenzione attraverso il dialogo tra adulti e minori e un uso più consapevole dei social e delle chat.
Un fenomeno in gran parte sommerso
Nonostante l’aumento dei reati contro i minori registrato negli ultimi anni, la violenza sessuale tra pari resta in gran parte invisibile nelle statistiche ufficiali. I dati disponibili parlano di migliaia di reati ogni anno e di una crescita significativa nell’ultimo decennio, ma la distinzione tra aggressioni commesse da adulti e quelle tra minorenni è spesso poco definita. Questo contribuisce a una sottostima sistemica del fenomeno. A frenare l’emersione dei casi contribuisce anche un atteggiamento culturale diffuso. Le molestie sessuali tra ragazzi vengono frequentemente ridimensionate, lette come giochi, eccessi o esperienze tipiche dell’età. Una narrazione che abbassa la soglia di allarme e lascia le vittime senza strumenti di tutela, soprattutto quando l’abuso avviene all’interno del gruppo dei pari o in ambito scolastico.
Il caso di Palermo, dunque, non rappresenta un’eccezione isolata ma si inserisce in una tendenza più ampia. I dati sul bullismo forniscono il contesto di base, ma sotto quella superficie si muove una realtà fatta di abusi sessuali tra minorenni, ricatti digitali e dinamiche di gruppo che sfuggono al controllo degli adulti. Ignorare questa dimensione significa continuare a non vedere una parte rilevante della violenza che attraversa l’infanzia e l’adolescenza in Italia.