Milano, pedina e violenta due minorenni: straniero incastrato dai video

Scritto il 19/12/2025
da Federico Garau

Il responsabile, un ecuadoriano di 19 anni, iniziava a seguire le sue vittime fin dal momento in cui uscivano dalla metro

I carabinieri del comando provinciale di Milano hanno fatto scattare le manette ai polsi di un 19enne ecuadoriano, accusato del reato di violenza sessuale.

Stando alle ricostruzioni effettuate dagli inquirenti, il responsabile agiva seguendo sempre lo stesso modus operandi: dopo aver scelto la sua vittima, in entrambe le circostanze una minorenne da sola all'uscita dalla metropolitana, a bordo del suo monopattino la pedinava fin sotto casa e, una volta da lei aperto il portone, la aggrediva con l'obiettivo di stuprarla. Al momento sono due gli episodi per i quali lo straniero risulta indagato, avvenuti in ambo le circostanze la scorsa estate.

Grazie alle indagini affidate al Nucleo Operativo Milano Porta Monforte è stato possibile accostare due gravi episodi di violenza sessuale il primo compiuto a Bussero ai danni di una 15enne nella giornata di martedì 12 agosto, e il secondo avvenuto a Milano venerdì 19 settembre ai danni di una ragazza di 16 anni. Analizzando i database a disposizione delle forze dell'ordine, gli inquirenti hanno focalizzato la propria attenzione su questi episodi, accomunati dallo stesso modus operandi seguito dal responsabile.

Il primo passo era quello di scegliere la propria preda, in entrambe le circostanze una minorenne da sola individuata in una stazione della metropolitana M2, Gorgonzola e Crescenzago: a quel punto, a bordo del monopattino elettrico di sua proprietà, lo straniero seguiva a distanza la giovane per poi aggredirla nell'androne del palazzo una volta da lei aperto il portone d'ingresso.

Sono stati in particolar modo due i dettagli ad aver consentito agli investigatori di attribuire le due violenze sessuali al medesimo individuo: il primo è il suo monopattino elettrico, contraddistinto da caratteristici inserti di colore arancione brillante, il secondo il cappellino di colore verde da lui indossato in entrambe le circostanze. Il 19enne, che era solito recarsi al lavoro a bordo dello stesso veicolo a due ruote e indossando il medesimo berretto, è stato così inchiodato dagli inquirenti, i quali all'interno dell'abitazione dell'ecuadoriano hanno sequestrato, oltre ai due principali indizi, anche i vestiti indossati dallo stesso durante le aggressioni, riconoscibili grazie alle immagini riprese dalle videocamere di sorveglianza e alla stessa testimonianza delle sue giovani vittime.