"Se gli italiani ci risceglieranno nel 2027, sicuramente occuparmi di ordine pubblico, lotta alla mafia, agli spacciatori e ai trafficanti di esseri umani è qualcosa che ho già fatto con discreti risultati e che potrei tornare assolutamente a fare". Matteo Salvini non chiude la porta a un ritorno al Viminale e, dopo l'archiviazione del caso Open Arms, torna a parlare senza esitazioni di un futuro da ministro dell'Interno, visto che quello che qualcuno individuava come un impedimento è stato spazzato via. Non ora, non prima delle prossime elezioni, ma l'orizzonte è tracciato. La sentenza della Cassazione ha restituito serenità al vicepremier. "Oggi è una bella giornata", confessa a Rtl 102.5, raccontando la tensione della vigilia: "Ieri ero abbastanza teso perché quando c'è di mezzo la tua libertà personale non è un discorso politico. Spiegare a tua figlia e tuo figlio che il papà rischia di andare in galera, perché sopra i 4 anni c'è la galera non i lavori socialmente utili, non mi lasciava dormire tranquillo. Questa notte ho dormito bene".
In queste settimane Salvini si è sentito spesso con l'attuale ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. Un rapporto umano solido, fatto di stima e confidenza, che non si è incrinato neppure nei giorni immediatamente precedenti la sentenza: Piantedosi gli aveva inviato messaggi affettuosi e amichevoli. Salvini, del resto, non ha mai nascosto quanto consideri straordinaria, "da ogni punto di vista", l'esperienza al Viminale durante il governo Conte I. Per ora, però, l'attenzione resta sulle Infrastrutture. "Abbiamo 236 miliardi di cantieri aperti in tutta Italia rivendica e io sono un testone: voglio finire bene il lavoro che ho cominciato". Anche sulla manovra economica il leader della Lega pianta alcuni paletti: "Niente allungamento dell'età pensionabile, niente penalizzazioni per chi riscatta la laurea, niente nuova burocrazia per condomini e inquilini in regola".
Sul fronte dei porti, intanto, lunedì in Consiglio dei ministri arriverà il via libera a "Porti d'Italia", la nuova società chiamata a coordinare strategie e finanziamenti degli scali marittimi. E sul Ponte sullo Stretto conferma l'obiettivo: cantieri entro la primavera 2026. È una mia priorità assoluta lasciare le imprese al lavoro prima della fine della legislatura. Con una novità. Domenica scorsa il leader della Lega aveva rivelato che nei prossimi mesi è prevista una manifestazione per il sì al ponte. La data, apprende l'Agi, è stata annunciata dallo stesso vicepremier durante la cena natalizia con i parlamentari tre giorni fa all'hotel dei Principi a Roma. Si terrà il 7 marzo. Una iniziativa organizzata dai comitati per il sì a cui parteciperà tutto il centrodestra. Saranno presenti tutti gli attori in campo coinvolti nel progetto. Il Viminale può attendere. Per ora.

