I tempi sono maturi: il passaggio parlamentare è stato completato, ora non resta che ricevere il via libera dagli italiani e finalmente la separazione delle carriere diventerà realtà. In attesa del referendum, previsto tra marzo e aprile 2026, Carlo Nordio ha rilanciato le ragioni del sì e ha respinto al mittente le balle delle opposizioni e dell'Associazione nazionale magistrati sulla riforma. E soprattutto, intervistato da Nicola Porro a Quarta Repubblica su Rete 4, ha dato una sferzata esemplare: "Alcuni magistrati non si rendono conto che più si espongono politicamente, e in questo caso lo faranno, più perdono davanti ai cittadini la credibilità di imparzialità".
Il ministro della Giustizia ha fatto un esempio concreto. Se le cose continuassero ad andare avanti così, alle condizioni di oggi, la persona che si trova davanti a un giudice si sentirebbe legittimato a chiedergli per prima cosa: "Ma lei a che corrente appartiene? Lei ha fatto sciopero? Lei ha protestato contro questa legge in piazza agitando la Costituzione? Lei è stato citato nelle conversazioni di Palamara?". Nordio, ricollegandosi proprio al caso Palamara, ha tenuto a sottolineare che la vicenda emersa riguarda "un centesimo di quello che c'è". E mentre la sinistra continua a straparlare di indipendenza della magistratura, non è stata ancora fatta piena "chiarezza su quello che è stato lo scandalo del secolo".
Il Guardasigilli - che si definisce un liberale conservatore e simpatizzante radicale, specialmente per quanto riguarda le garanzie della presunzione di innocenza - ha rivendicato le novità previste dalla riforma che sarà sottoposta agli italiani: "Sono iscritto a Fratelli d'Italia e, senza volermi arrogare il protagonismo di questa riforma, certamente il primo impulso è arrivato da me". E ha citato Emanuele Macaluso e Giuliano Pisapia come figure storiche della sinistra italiana che si sono pronunciate a favore della separazione delle carriere. Così come non va dimenticata la Commissione bicamerale presieduta da D'Alema.
Una delle novità più importanti sarà quella del sorteggio. Il campo largo riscopre improvvisamente il concetto del merito e grida al pericolo di premiare l'incompetenza, ma l'estrazione a sorte non è affatto un danno. "Il sorteggio non avviene tra i passanti di strada ignari di giustizia. Avviene nell'ambito di un canestro formato da magistrati che sono già stati valutati varie volte e professori universitari, avvocati, esperti. Tutte persone che per definizione sono oneste, brave e preparate", ha dichiarato Nordio. Insomma, nessun rischio per la qualità. Ciò che invece verrà spazzato via sarà "il legame perverso che c'è tra elettori ed eletti nell'ambito delle correnti". E a chi si oppone alla separazione delle carriere sostenendo che non accelererà i processi, il ministro ha risposto per le rime: "Non ho mai detto che avrebbe accelerato i processi, per questo ne stiamo facendo altre. Qui si parla non di giustizia efficiente, ma si parla di giustizia giusta, di giustizia razionale, di una giustizia accettabile in una democrazia liberale, cosa che in questo momento sinceramente non è".

